Uscita 2, 23.01.2022: Mont Gimont

Panorama e atmosfera dalla cima

Se vuoi creare il più duro dei sergenti, prendi l’ultimo della truppa e dagli una patacca: con questo spirito la Redazione ha incaricato l’Aggregato Per Eccellenza di individuare, tra decine di volontari scalpitanti, l’autore della seconda relazione. La ponderata scelta del novello talent scout, che si aggirava con finta bonarietà tra le auto spacciando pregevoli bombi di Romanengo ma fiutando la preda tra le erbe basse della savana (cit.), è infine ricaduta su una vecchia conoscenza, il nostro Cristiano Martin. Ecco le sue impressioni sulla seconda uscita del corso SA1, che ci ha visti ascendere al Mont Gimont da Claviere in una splendida giornata bianca e blu.

Prima di passare la parola al nostro autore della settimana, eccovi, bello pronto e solo da cliccare, lo Slideshow con le foto della gita: grazie per averle condivise!

L’aggregato… figura mitologica, sospesa tra reale e mistico, che vede ma non esiste… questa volta esiste e scrive.
Il compito è arduo, vista la precedente relazione di un altro aggregato, anzi “DELL’AGGREGATO PER ECCELLENZA”, Cavùr.
Seconda gita di questo corso 2022, che sta cercando di evitare il Covid come la peste, come d’altronde tutti noi.
Partenza da Claviere, con una giornata soleggiata e piacevole. Si parte con entusiasmo e – come per il Covid – evitando il più possibile le piste.
Durante la salita, lezione di orientamento: l’istruttore un po’ scherzando e un po’ no, dopo aver descritto tutte le tecniche, sia scientifiche che arcaiche, come leggere il fondo del tè della gita precedente, con fare serio ci ha detto: “Se nonostante le tecniche che avete provato non sapete dove siete, usate la tecnica del BUONUOMO”. Le facce si sono trasformate tutte in un punto interrogativo. La tecnica è molto semplice ed è: “… si ferma un uomo e si domanda… scusi buon uomo, dove siamo?” .

Man mano che si sale, come sempre, le fatiche vengono ripagate da una vista sempre più spettacolare e mozzafiato. Arrivati a fianco del Col Sourel, non c’è solo la vista a togliere il fiato, bensì una salita di 30° e buoni 200-300 metri di dislivello. Si sale sbuffando, arrancando e affinando tecnica ed esperienza. Come nei migliori quiz televisivi, infine, si chiede un aiuto esterno e quindi, sia per sicurezza che per didattica, l’aiuto arriva con gli artigli di metallo… i rampant.

L’ultima fatica ehhh……. Vetta!!!!!!!!!!!
Le fatiche vengono ripagate da panini e bevande varie, purtroppo non festose e abbondanti come negli anni passati, però come si dice “chi si accontenta gode” e vista la giornata, la goduria è assicurata.
Arriva il momento di ripartire, consapevoli che le fatiche non sono terminate; infatti ad attenderci dopo qualche curva su quel pendio che ci ha messo alla prova in salita, c’è altro sudore e sofferenza da versare (ovviamente tutta didattica, ehh): la prova ARTVA. Se questa esercitazione è essenziale e salvavita, dopo averla fatta, senti la sensazione di averne persa di vita!!!
Per esperienza personale di ieri, quando gli istruttori dicono di cambiare le pile e controllare l’artva, FATELO!!!!!! Che poi vi trovate a fare “bip-bip-bip” con la bocca cercando di nascondere il fatto che non si accende ed evitare la figuraccia. Scherzi a parte, ieri è andata bene perché eravamo in tanti ed in sicurezza, ma con queste cose non si scherza.
Comunque, anche questa ricerca forsennata di dispositivi sotterrati è finita e quindi… giù!!!!! Neve strana, come la stagione: per qualche centinaio di metri bella,  poi la senti che cambia sotto gli sci. Anche questa è esperienza o come si dice da montanaro “mestiere che entra”.
Arrivati alle macchine, ci si saluta con la consapevolezza che i bagordi ora sono vietati, ma torneranno e allora saranno ancora più belli e gustosi, come una nuova sciata dopo un anno di stop.

Alla prossima gita

Cristiano

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