Uscita del 7-8 Maggio – P.ta Adami e Rif. Gastaldi

Lo confessiamo: temevamo che prima poi avremmo ricevuto l’incarico di redigere la relazione della gita. Pensavamo di averla scampata ma Vittorio, all’ultimo momento, è piombato su di noi e non abbiamo avuto scampo.
Eccoci allora a stendere la relazione da Parigi, dove ci troviamo per qualche giorno di vacanza.

Prima di iniziare vogliamo però salutare e incoraggiare Olga che è stata vittima di uno sfortunato incidente che le ha procurato la frattura della tibia.
Fortunatamente, proprio oggi, abbiamo ricevuto un’immagine che la ritrae un pochino più serena.

IMG_3627

E adesso procediamo con ordine.

Sabato, solita sveglia antelucana e partenza anche se le previsioni non promettono nulla di buono.

Dal Pian della Mussa si parte alla volta di Punta Adami, quota 3168m.

Dopo un breve portage, puntiamo, sci ai piedi, a risalire il canalone d’Arnas.
Il tempo tiene e noi, gruppo delle diversamente giovani, fiduciose, mettiamo anche la protezione 50+ per reggere il confronto con le più giovani.

Mano a mano che procediamo lungo il canalone la salita si fa più impegnativa e ora si avanza più faticosamente, una gücia dopo l’altra. Accidenti, mai che me ne vengano due di seguito uguali: c’è sempre una piccola o grande imperfezione!

I nostri istruttori ci scortano sopportando i nostri discorsi. Olga è tra noi e ci anticipa il menù della serata: pizzoccheri che si riveleranno veramente ottimi. Ci parla di Roberto che ha passato quasi tre ore a sbriciolare i biscotti per il salame di cioccolato che ci aspetta a conclusione della cena (e intanto si guardava “Il Gattopardo”).

Ma torniamo alle cose serie.

Il canalone si fa sempre più stretto ed è sovrastato a destra da un costone roccioso quasi strapiombante. Meglio stare alla larga.
Qualcuno comincia a cadere: Enrico, il veterinario, scivola per parecchi metri e sbatte con una coscia contro una roccia. Dovrà rinunciare alla salita e aspettarci al rifugio. Anche Cristiana cade e Filippo si trasforma così nel suo personal trainer e l’accompagna in salita. Interviene anche il Diretur che porta, per diversi metri, gli sci a me e a Barbara.

All’uscita del canalone, dopo breve pausa, puntiamo verso il ghiacciaio della Bessanese, passiamo sotto la parete orientale della cima omonima, fin quasi sotto il colle, e poi pieghiamo a destra per risalire il ripido pendio finale che porta alla Punta Adami. Qui le condizioni peggiorano, ma ormai quest’anno siamo abituati e procediamo lenti ma determinati. Poco sotto la cima via gli sci e su con i ramponi, che per alcuni di noi sono una vera novità per cui è necessaria una breve istruzione su calzata e tecnica di avanzamento.

DSCF2688
Arriviamo in cima … non si vede nulla!!! Siamo immersi nelle nuvole e possiamo solo immaginare il panorama che ci perdiamo. Con Olga ci ripromettiamo di tornare la prossima estate tutti insieme.

Ci aspetta ora un bel pendio da scendere, la neve è però insidiosa … partiamo … ma alla seconda curva Olga purtroppo cade e noi presenti capiamo subito che si tratta di qualcosa di serio. Il Diretùr fa scendere il gruppo e insieme a quattro istruttori risale in rinforzo alla squadra di coda. Noi scendiamo al rifugio su una neve a tratti divertente ma con il pensiero sempre rivolto all’infortunata.

Le operazioni di soccorso sono penose, Olga è molto dolorante, ma i nostri istruttori danno veramente prova di grande capacità, tecnica e umana, e gestiscono perfettamente la situazione. Organizzata la barella e predisposte le opportune sicurezze, con grande cautela gli istruttori trasportano a valle Olga, in un punto dove può essere raggiunta da un elicottero del soccorso.

IMG_4019
Al rifugio veniamo accolti da Roberto con grande calore, nonostante l’apprensione per le condizioni della moglie. La cena è ottima e la compagnia altrettanto, Roberto è delizioso e si alterna tra sala e telefono. Arrivano notizie dall’ospedale: finalmente sono state fatte le lastre e veniamo a sapere che si tratta di frattura alla tibia … povera Olga!

Poi tutti a dormire.

L’indomani ci svegliamo … come al solito la nebbia è molto bassa e la visibilità quasi nulla. Si decide di salire al Colle d’Arnas.

DSCF2697
La salita diventerà una rapida toccata e fuga perché al colle il vento è fortissimo e ci costringe subito a ridiscendere.

Arrivati all’imbocco del canalone d’Arnas, siamo tutte preoccupate… come scenderemo? Il Diretùr ha però sempre, giustamente, la riposta: via gli sci e scendere con i ramponi… sollievo!

A metà canalone rimettiamo gli sci e scendiamo fin quasi al Pian della Mussa, che raggiungiamo a piedi un attimo prima che inizi a piovere.

Giungono nuove notizie dal CTO: Olga attende di essere operata. Forza Olga siamo tutti con te!

La gita è finita, e con essa il corso di quest’anno.

Un sincero e riconoscente grazie a tutti gli istruttori che ci hanno accompagnato, istruito e a volte sopportato, in questa stagione un po’ strana.

Le gite, a causa delle condizioni meteo, sono state forse poco entusiasmanti, ma dal punto di vista umano sono diventate, domenica dopo domenica, un appuntamento irrinunciabile per tutti noi.

Abbiamo allora un proposta per chiudere al meglio la questione: dichiariamo “nullo” il corso di quest’anno e ritroviamoci tutti insieme l’anno prossimo. Al Diretùr il compito di risolvere la cosa con il CAI.

Da Parigi per ora è tutto, arrivederci alla cena di fine corso. Un abbraccio a tutti.

Fede e Gian

Qui il link per lo Slideshow