Uscita 6 del 11.04.2010: Rochers Charniers

Uscita 6 del 11.04.2010 : Rochers Charniers

Quota 3067m, dislivello 1307m.

Bonjour, à tout le monde. Good morning, Caiugetini!
“Can lâ nebbla van dou cair dou Chabartoun prané lou mëbble e anà a maizoun; can lâ nebbla van dou cair ad Prajarà prané lou mëbble e anà din ël pra.”
Non so se il Diretur pensasse a questo proverbio, quando domenica mattina ha preso la decisione di portare la Scuola in vetta ai Rochers Charniers “con condizioni magiche”. Certo è che ancora una volta dal suo zaino, messo sulle spalle ormai completamente guarite dopo il volo angelico della gita precedente, ha tirato fuori il sole!

Grande stupore: infatti, quando ci siamo alzati sabato notte, sveglie eroicamente puntate intorno alle 4:45, a Torino imperversava un ventaccio gelido (trasformatosi, poi, in pioggia) e le previsioni meteo erano a noi avverse.
Eppure, né scoraggiati dalla levataccia né dal meteo, ci siamo ritrovati alle 6 al pullman, con cui abbiamo raggiunto Clavière. Per svegliare gli assonnati allievi, non c’è stato nulla di meglio che una bella salita a passo spedito e sci in spalla su per una vecchia pista! Ed, eccoci, pronti a partire.
Lo Chaberton di fronte a noi, indossava orgoglioso il suo cappello e sotto di noi la neve si mostrava ben rigelata; dunque, che fare? Il Diretur, con l’ausilio della nostra esperta guida e degli istruttori, ha saggiamente optato per la vetta ai Rochers Charniers, piuttosto che lo Chaberton, scelto da altri scialpinisti che hanno dovuto, poi, sfidare la nebbia durante tutto il corso della giornata. Noi allievi, invece, ci siamo “armati” di coltelli, indispensabili per affrontare la salita che dovevamo intraprendere.
I gruppi hanno sfilato uno ad uno, con buona lena, dando prova di un buon allenamento e sapendo destreggiarsi ormai abilmente nelle güce anche sui tratti più ripidi; ed uno ad uno hanno oltrepassato le nuvole, sbucando in cima, dove li aspettavano il sole, il Diretur con gli allievi più rapidi, un panorama suggestivo e gli zaini pieni di cibarie.
Il sole aveva reso morbida la neve; la discesa è stata, quindi, per tutti noi una vera goduria. Ancora entusiasti dell’inaspettata splendida giornata, arrivati al piano delle sette fontane, dove parte la seggiovia, abbiamo chiesto di poter fare ancora una discesa, l’ultima pista nel giorno di chiusura degli impianti. Permesso accordato per una risalita gratuita. Strabiliante vedere tutta la Scuola di Scialpinismo, mettersi in fila per due al fine di prendere l’impianto e, poi, scatenarsi in pista!
Galvanizzati, siamo tornati al pullman, dove, tolti gli sci, ci siamo dati all’abituale rituale di fine gita: una merenda ricca di torte dolci e salate; di bottiglie di vino bianco, rosso e frizzante! Un degno festeggiamento per la splendida gita sull’unica vetta baciata dal sole, quando intorno a noi tutto era avvolto dalle nubi e la città nella pioggia.
Il ritorno sul pullman è stato caratterizzato da un Vice allegro al comando, con tanto di valletta al seguito (la bella Kia) e da un’ultima fila “bella addormentata”, composta dai nostri quattro istruttori (Raffaele, Sara, Sergio e Luca), che dormivano come quattro angioletti, che teneri!
Grazie a tutti. Grazie, in modo particolare, agli istruttori, perché è merito loro, ai caldi sorrisi e alla travolgente simpatia; alla docile pazienza e alla forte passione; alla grande esperienza e alla voglia di trasmettercela, che ogni uscita risulta sempre speciale!

Marina

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