Uscita 2 del 21/02/16 – baita Chaligne e Cresta Tardiva

Gli auspici della celebre penna della scuola, Cavùr, hanno trovato piena realizzazione nella seconda uscita del corso, trascorsa lietamente in Val d’Aosta, sotto un cielo blu intenso e senza nuvole, illuminati da un sole splendente e ad una temperatura (forse) degna di altra stagione. Alla partenza, dal bivio per Buthier – Gorrey della statale SS27, a quota 1.160 metri circa, c’erano, infatti, circa 14 gradi e la temperatura si è mantenuta alta per l’intera giornata, tanto da farci dimenticare il freddo patito durante la prima uscita.

La meta della gita era la Baita Chaligne, situata a quota 2.225 metri circa, in un ampio alpeggio circondato da uno splendido panorama (perfino io ho riconosciuto il Cervino!).

Piacevole la salita, su pendii erbosi…ops, nevosi…e poi attraverso un bel bosco di larici, luogo ideale per praticare le “guce”, con qualche innocuo ruzzolone e sotto lo sguardo attento e paziente degli istruttori.

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Facendo parte delle retrovie ed essendo arrivata alla baita dopo l’ordine perentorio di radunare le truppe, impartito dal Direttore, mi sono crogiolata al sole insieme ad altri valorosi compagni d’avventure, mangiando allegramente ed osservando, di fronte, i gruppi di testa raggiungere la sella della Costa Tardiva, a quota 2.480 m (un altro gruppo si è fermato poco più in basso, lungo la cresta al Col Tardiva, a quota 2.410 m) e, alla sinistra, un curioso spettacolo.

Un manipolo di forti istruttori, prossimi ad un esame, si sono esibiti, sotto lo sguardo ammirato degli allievi, nella realizzazione di un confortevole bilocale (tecnicamente definito truna), scavato sotto la neve a forza di braccia.

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Terminata l’esibizione di prestanza fisica e raccolti i gruppi, è arrivato il momento dell’esercitazione ARTVA, che ci ha visto sparsi per l’assolato alpeggio ed impegnati, con diversi gradi di difficoltà, nella ricerca degli apparecchi sepolti.

Infine la discesa, su un manto nevoso piuttosto pesante e che si assottigliava sempre di più, tanto da generare qualche preoccupazione per l’incolumità dell’attrezzatura.

Caricati gli autobus e trovato un posto utile per la sosta, si è dato il via alla parte finale della gita, l’agognata abbuffata. In un tripudio di sapori e colori, si sono visti tanti visi sorridenti e seri sci alpinisti imbrattati di bagnetto delle acciughe al verde.

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E qui devo riportare, a richiesta, un avvenimento misterioso, ovvero la sparizione di una confezione di birra prima dell’inizio del banchetto. Sebbene si pensi ad una causa soprannaturale, gli eventuali responsabili umani burloni sono avvertiti…ho sentito augurare loro disturbi gastro-intestinali da parte dei colleghi rimasti, letteralmente, a bocca asciutta.

Concludo con una citazione di buon auspicio dell’amico Alex, che ha portato un contributo fondamentale alla stesura della relazione…”Viva la fioca!”…e che sia abbondante ma, prima di tutto, di qualità, perché la SSA Cai Uget ci tiene alla soddisfazione di istruttori ed allievi.

Delia

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Abbiamo anche una carrellata di foto dell’ “Emergency unit”, il gruppo formato dal diretùr, dal medico, da 2 allieve e 2 allevi che nello zaino hanno il necessario per il primo soccorso e eventuale trasporto a valle di un infortunato: >>>> vai al 2°  Slideshow