Uscita 1 del 2.2.2014 – Bosco del Fraiteve

Prima uscita? Fatta. 1100 metri.

Mai successo che alla prima gita si salissero 1100 metri di dislivello…. e TUTTI alla meta!!!!

FANTASTICI ALLIEVI questi del 2014 !!!!

Vai allo Slidesciou

Voilà l’attesa relazione di Cavùr:

Le immagini, pubblicate con slidesciou (ma pensa te….il patrimonio linguistico sabaudo svenduto alla perfida Albione), diranno già tutto… che può aggiungere il cronista?
Giornata nuvolosa, buona visibilità, ha nevicato praticamente per tutta la tratta, soprattutto in basso.
Si sale nel bosco. Paesaggio da favola, rami imbiancati su coltre immacolata.
1100 metri di dislivello, partenza da 1250 m, arrivo a 2350m.
Discesa su ottima neve, farinosissima, abbondantissima, grande libidine, anche se sono quelle condizioni in cui, se si cade, tirarsi su è un’impresa. E di cadute ce ne sono state parecchie; un ottimo battesimo per la variante sci alpinistica della sfida con l’Alpe.
Al ritorno, il cofano di una Land Rover incautamente posteggiata vicino ai nostri bus viene apparecchiato con una quantità di torte, salami, focacce, vino, ecc. ecc. da sfamare un esercito. Davvero complimenti a tutti i procacciatori per la qualità e la quantità.

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Ciò detto, colgo l’occasione per una digressione.
Come noto, le gite del corso vengono – opportunamente – precedute da alcune lezioni, per fornire le indicazioni di massima ed i primi rudimenti alle nuove leve.
Si è già svolta la lezione sui materiali, tenuta da Franky ed Eta Beta Enzo, che ha illustrato come superare, nella preparazione dello zaino, la legge fisica dell’impenetrabilità dei corpi; ha estratto dallo zaino praticamente tutto, mancavano solo un coniglio ed uno smoking da sfoggiare raggiunta la cima.
Abbiamo, inoltre, assistito alla lezione di Vitto e Ricky sul funzionamento dell’ARTVA, con il supporto didattico di una versione sci alpinistica di Pac-man (invece che i fantasmini, il disperso).
Da parte mia, sento ora la necessità di curare la parte linguistica, fornendo un indispensabile GLOSSARIO: le parole – come diceva Nanni Moretti in Palombella rossa – sono importanti.
DIRETU’R: Dio ti vede, il Diretùr anche. Onnisciente ed onnisciante (scia ovunque). I Direttori delle Scuole di sci alpinismo rimangono in carica per anni ed anni, instaurando delle dinastie. La più lunga quella di Thutmosi IV, che unificò le scuole dell’Alto e del Basso Egitto. E’ immortalato nella tomba mentre disegna serpentine sulla parete della piramide.
VICE DIRETU’R: dignitario di rango inferiore. Spesso anche lui resta in carica molti anni, ma i cronisti ne trascurano le gesta, che pertanto non vengono tramandate. Ghiotto di torte, insidia le allieve (cfr. voce), ma non ricorda più perché.
GUIDA ALPINA: è come lo sciamano per i Navajos: non solo individua anche bendato il percorso migliore per salita e discesa, ma prevede le condizioni meteo con mesi di anticipo, studiando il volo degli urogalli. Macina in una stagione milioni di metri di dislivello; quando finisce la neve, viene messo in una grande ruota girevole, dove passa l’estate come un criceto. Le guide sono abitualmente molto prolifiche, e colonizzano con i loro discendenti monti, valli e scuole di sci alpinismo.
ISTRUTTORI: curano, per puro spirito di servizio, gli allievi con passione e devozione un tempo impensabili. Un approccio burbero e severo che rasentava il nonnismo è stato sostituito da attenzioni amorevoli. Cambio generazionale o effetto della votazione di fine corso?
GITA: una volta era definita “un giro più lungo per andare in piola”. Oggi è “tutto quello che si fa in attesa che inizi la ricerca ARTVA”.
ALLIEVI: si distinguono in ALLIEVE femmine ed ALLIEVI maschi. Si nota una predilezione per le prime, più curate e seguite. Per dire: se un allievo perde uno sci, un istruttore tasta svogliatamente il manto nevoso… se non salta fuori, pazienza, se lo ricomprerà; se lo perde un’allieva, metà degli istruttori ara l’intero pendio, fino al ritrovamento, mentre l’altra metà fornisce un supporto psicologico. Fortunatamente è stata presentata una proposta di legge regionale a tutela delle quote azzurre nello sci alpinismo.
AGGREGATO: l’aggregato (anche “amico della Scuola”) è un personaggio ibrido, come i centauri. Non più allievo, non istruttore. Per entrare nel gruppo degli aggregati bisogna mostrare doti speciali, per distinguersi nell’immensa platea dei semplici “ex allievi”: c’è chi ospita per anni le cene di fine corso a casa sua, chi fa foto, chi scrive gli articoli della gita. L’aggregato non sa mai se troverà posto sul bus; a volte deve partire sci in spalla da Rivoli. L’aggregato durante la gita si distingue per piccole malizie e lampi di classe: in cima, poggiato il deretano su di un cuscino gonfiabile, si ciba di riso venere con gamberetti e zucchine (caldo, ça va sans dire), concludendo con mousse au chocolat, che condivide con i compagni (l’aggregato è molto generoso).
Il decano degli aggregati è un personaggio autorevole, brillante, simpaticissimo, che frequentò la scuola nel 1987, quando gli ARTVA erano ancora a carbone (senza la riforma Fornero, sarebbe già in pensione). E’ noto con soprannome mutuato dal principale Liceo cittadino.
Per ora è tutto.
Cavùr

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