Uscita 2 del 17.2.2008: Col du Chaleby

Anche oggi tanto sole…

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Con i potenti mezzi GPS (da polso) abbiamo anche il tracciato (Grazie Massimo)

Relazione by Lara
Due settimane di attesa sono bastate per ricaricarmi dalla fatica della prima uscita,accusata una volta rimesso piede in casa, ma soprattutto per aumentare a dismisura la voglia di rivedere tutti i miei compagni di corso, gli istruttori pazzi, i simpaticissimi dell’avanzato e per godere ancora della costante sfida contro me stessa in mezzo alla neve.

Ore 6.30: partiamo senza Vittorio ( badate bene , non l’istruttore che si aggira con una parrucca arancione o compra riviste francesi contenenti strani articoli sulle mosche ubriache…)che all’ultimo rinuncia.

Si va in Valle d’Aosta,nella valle di Saint Barthelemy, che a quanto pare è un po’ sfigata per il corso di sci alpinismo, almeno per le condizioni meteo!! e infatti il silenzio assonnato del pullman si è confuso con quello della nebbia, una volta messi gli sci ai piedi a Lignan.
Primo tratto su neve dura, immersi nella nebbia e nell’umido odioso; uscire fuori dal bosco è stata come una liberazione: tutti hanno preso improvvisamente vita, tutti a fare foto, tutti ad ammirare la distesa di nuvole pannose da cui sbucavano le cime, tutti con un sorriso sulle labbra (ah che goduria!e pensare che nella settimana è così difficile trovare gente felice!).

Si sale: Livio e i piccoli Berta a fare la traccia, i gruppi più impavidi davanti, qualche istruttore che perde allievi per strada, qualche compagno che taglia le güce cercando di arrivare primo (vero Piuma????), il direttore che ci osserva e ride.
Continuo a girarmi indietro per fare mio questo paesaggio splendido, e in un attimo mi ritrovo a due passi dalla Punta di Chaleby, su una neve che è solo più farina!

Dalla cima si vede tutto: la Becca d’Aver, cima Longhede, il Meabè, la punta Cuney, lo Zerbion
, il Gran Turnalen con dietro il massiccio del Rosa e la punta del Cervino, l’Emilius e tante altre montagne di cui ignoro il nome.
Ormai la prassi è: cambiarsi, togliere le pelli, fotografare (oggi si aggiravano un po’ di modelli tra noi), complimentarsi, forse mangiare qualcosa e soprattutto nutrire gli istruttori!

La discesa, bella e maledetta, si fa divorare dalle nostre curve a volte un poco azzardate sulla neve a crostoni, dai tratti direttamente fatti a uovo per evitare di spingere nei traversi, dai salti improvvisi per evitare le pietre, dalle cadute comiche per fortuna senza danno.

Ci fermiamo davanti alla Tza De Fontaney, sperdendoci nel bianco per fare la prova ARVA, e tra tutti nel mio gruppo di uomini, chi deve scavare come una dannata se non la sottoscritta?!
Il sole ci cuoce per bene, fa veramente caldo. Riprendiamo la discesa e diventa un’avventura trovare neve senza improvvise chiazze di prato nel bosco che sa già di rododendri e nel tratto alternativo alla stradina, perché troppo semplice e scontata; e giù, fino a dove il muretto ci butta sull’asfalto noi gli sci non li togliamo.

Il gruppo di sci alpinismo alleste il banchetto di vini( muniti di appropriato tavolino), gli allievi iniziano a circolare con torte salate, pizze e focacce, crostate, torte, biscotti al cioccolato ed è così che lo spirito animalesco ha la meglio!!

Alle h 16 precise, belli bruciacchiati, ci lasciamo alle spalle una giornata che non si preannunciava cosi fantastica; Graziella, la prossima volta non ti fare fregare dai negozianti che vendono solo scarponi destri!!!

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