Ancora Mezzalama

SARA: SENSAZIONI IN GARA
L’A.R.T.Va. è acceso, mangiamo e beviamo ancora qualcosa, ci muoviamo un po’ prima della partenza, al contrario di quanto previsto il cielo ancora buio è sereno. Sono quasi le 5, siamo nelle retrovie del gruppone, è inutile mettersi troppo avanti tanto non possiamo ambire ad un tempone al cancello del Breithorn.
Lo sparo che indica la partenza è il segnale che mi dice di mettere in stand-by la testa e far funzionare polmoni, gambe e braccia. Dopo quasi un minuto ci muoviamo anche noi, ma il primo “muro” della pista del Ventina sembra già essere un problema (la neve è piuttosto gelata) alcuni davanti a noi cadono, li dobbiamo schivare a costo di tempo ed energia preziosi.
L’andatura che riesco a tenere sembra un po’ lenta per il cronometro che ci aspetta al colle, mio fratello e mio marito, girandosi indietro non vedono più nessuna squadra nel buio alle nostre spalle, e preoccupati decidono di legarsi così con la corda mi possono “aiutare” a mantenere il ritmo, io sento solo il mio respiro che accelera ad ogni aumento di pendenza della pista per tornare sotto controllo dove la pendenza diminuisce.
Il tempo che passa è astratto per me, quantificabile solo in numero di respiri e di volte che i miei compagni mi danno da mangiare e da bere; tangibile per mio fratello, che a ogni gabbiotto, bar, incrocio di pista guarda l’orologio.
I miei genitori e gli amici aspettano il nostro arrivo al cancello del Breithorn: 2 ore e 31’siamo dentro! Per loro è una festa, per me è solo il primo ostacolo superato e una possibilità per chiedere aiuto: “Per favore mettetemi gli occhiali da sole, io non ce la faccio”. La giornata è veramente spettacolare!
La salita al Castore (con i ramponi calzati), la ricordavo meno ripida; nel 2011 l’avevo affrontata in coda, quest’anno, grazie ai due percorsi alternativi predisposti dall’organizzazione, si può fare quasi di corsa se si hanno le energie. Per mio marito davanti con la corda tesa a contrastare la gravità che mi attira continuamente verso il basso e per mio fratello dietro con due paia di sci sullo zaino, la fatica è tale che il Mezzalama 2011 lo ricordano come una passeggiata al confronto di questa edizione.
L’aerea cresta della cima, con il panorama mozzafiato, che posso immaginare perché impresso nei miei ricordi piuttosto che nei miei occhi, mi trova impegnata nei soli due compiti di mantenere il ritmo del respiro (la quota si fa sentire) e di non inciampare nei ramponi.
Finalmente discesa, un po’ di tregua dalla fatica? Giammai per i miei due compagni bisogna sorpassare legati in cordata prima fuori traccia a piedi, poi con gli sci nonostante qualche caduta..
Al Rifugio Quintino Sella mettiamo qualcosa nello stomaco, sono felice il secondo cancello è fatto, ora non possono più fermarci! Non mi rendo ancora conto che l’apoteosi della sofferenza deve ancora arrivare: il famigerato traverso glaciale che porta al Naso, eterno! Il dislivello è poco, ma la fatica è tanta, mi sembra di dover cadere a terra da un momento all’altro (qualche allenamento in più ad alta quota non avrebbe fatto male). In effetti uno davanti a noi cade a terra stremato ma viene prontamente risollevato dai suoi compagni (l’essenza di una gara a squadre).
Ai piedi del Naso mi rincuoro un po’, questa è veramente l’ultima fatica. In cima scatta la commozione, ma dura solo un attimo poi è la preoccupazione a prendere piede: bisogna scendere facendo attenzione a non farsi male, siamo stanchi e cadere è un attimo.
L’ultima discesa è veloce, man mano che la quota diminuisce il sogno diventa sempre più tangibile, finisce la neve solo più 200 m di corsa e lo striscione dell’arrivo. Per ora l’unica certezza è che abbiamo dato tutto, più di questo non potevamo fare.

CRONACA E RIFLESSIONI A POSTERIORI
Tanto tempo per soffrire ma poco in verità per percorrere l’intero tracciato del Mezzalama, solo nei giorni successivi ho realizzato la buona prestazione che abbiamo avuto, sotto le otto ore totali risultato molto al di sopra delle mie aspettative e di completa soddisfazione. Soprattutto considerando il progressivo miglioramento in termini di posizioni ai punti di cronometraggio:
– siamo passati al cancello del Colle del Breithorn in 2 ore 31’ 18’’, dietro di noi solo 11 squadre sono riuscite ancora a tagliare il traguardo;
– nel tratto che va dal Colle del Breithorn al Rifugio Quintino Sella passando per la cima del Castore abbiamo superato 46 squadre;
– l’attraversamento del ghiacciaio del Felik e la salita al Naso del Lyskamm, nonostante la stanchezza iniziasse a farsi sentire, ci hanno permesso di mettere dietro altre 13 squadre;
– la discesa dal Naso a Gressoney, parte con i ramponi ai piedi ed il resto con gli sci praticamente fino all’arrivo, coperta dalla nostra squadre in 1 ora 3’ 50’’, ci ha permesso di guadagnare ancora 15 posizioni e cosa ancora più importante di PORTARE A TERMINE IL MEZZALAMA in 7 ore 57’ 31’’.

La 144° posizione in classifica generale (con davanti a noi solo 6 squadre femminili e 6 donne in 5 squadre miste) su 261 squadre partite di cui 229 arrivate e 32 fermate ai cancelli orari o ritirate, per me significa il pieno appagamento, mentre per i miei due insostituibili compagni significa una delle gare più faticose che abbiano mai fatto considerando che il loro lavoro per sostenermi, alimentarmi, portarmi gli sci, incitarmi e tirarmi, li ha impegnati più che il guadagnare altre 50 posizioni in classifica.
A sangue freddo mi rendo conto che il traguardo raggiunto sia poco più che inutile, ma il fatto di conoscere più a fondo le inaspettate risorse che può contenere il corpo e soprattutto la mente di un comune essere umano (che con poco meno di 60.000 m di dislivello superato nella stagione non si può considerare un atleta), mi fa ben sperare per i più grandi e importanti traguardi della vita. Oltre a confermare la verità che ogni frequentatore della montagna conosce: la fatica e l’impegno per raggiungere un obiettivo sono direttamente proporzionali alla soddisfazione finale.
Maggio 2013
Sara Berta

dal TEAM 2:

ANDREA
Ce l’abbiamo fatta! Il sentimento prevalente del giorno dopo è la grandissima soddisfazione per avere portato “a casa” il Mezzalama, il mitico Trofeo Mezzalama!
Dopo essermi emozionato assistendo da spettatore al Mezzalama 2007, ho pensato che sarebbe stato bellissimo fare parte di quei “fenomeni”: così il 6 maggio 2012, all’ultima uscita stagionale della scuola, con Gian e Ricky abbiamo fissato l’obiettivo: partecipare al Mezzalama 2013!
Dopo l’estate è bastato uno scambio di sms per confermare il tutto: la domanda “soci, voi siete sempre focus mezzalama?” e la risposta “certo!” hanno rinsaldato il nostro impegno!
Da lì in poi è iniziato un periodo bellissimo di preparazione fisica per il grande evento, ma anche e soprattutto di amicizia e stima per i compagni di avventura! Gli allenamenti, le gare, le giornate insieme, le grandi risate e le fatiche sono stati un bel “condimento” e hanno reso indimenticabili i mesi di avvicinamento alla gara!
Il mattino in cui è arrivata la conferma che eravamo stati selezionati tra le 300 squadre che avrebbero preso il via da Breuil Cervinia, la mia felicità era incontenibile e non vedevo l’ora di vivere “da protagonista” il mitico Mezzalama! Le ultime settimane prima della gara abbiamo “provato” il primo cancelletto (al Colle del Breithorn) diverse volte, cercando di migliorarci e “rosicchiare” qualche secondo qua e là! Ma il ricordo forse più bello di tutta la preparazione è l’ultima uscita “di squadra” in quota, il 25 aprile: il meteo era perfetto, la meta prefissata il Castore, ma una volta al Passo di Verra, alla base del Castore, Ricky ci guarda e: “ Soci, ho avuto un’idea malsana: e se facessimo tutto il giro e andassimo a Gressoney passando per il Castore e il Naso del Lyskamm? In qualche modo torneremo a Cervinia!”; io non aspettavo altro e ho accettato entusiasta, Gian era sulla nostra stessa lunghezza d’onda e quindi…con un gran sorriso sulle labbra si parte! L’attraversata ci regala belle emozioni! Una volta a Gressoney, in qualche modo riusciamo a tornare a Cervinia per recuperare la macchina! Durante il viaggio di ritorno mi sento carico e penso a quante belle emozioni abbiamo vissuto insieme da quel 6 maggio di quasi un anno prima! L’entusiasmo è alla stelle e non vediamo l’ora di vivere il nostro “grande” giorno: dai che ci siamo! Forza soci!
Cosa è stato per me il Mezzalama? E’ stata una fantastica avventura di 12 mesi che mi ha regalato indescrivibili emozioni e grandissime soddisfazioni a livello alpinistico, oltre a una bellissima amicizia con i miei meravigliosi soci Ricky e Gian, con cui ho condiviso un periodo magico e indimenticabile della mia vita!

RICCARDO
Già nel briefing al Palazzetto dello Sport di Valtournanche, abbiamo subito capito che sarebbe stato un Mezzalama speciale. Infatti non trovando più posto, ci sediamo davanti a terra e dopo pochi minuti si siedono accanto a noi Mateo Jacquemod e Kilian Bourgada, fianco a fianco con i campioni mondiali, una bella energia! Alla fine foto di rito e Kilian che ci fa sorridendo un bell’in bocca al lupo!
Dopo, cena in albergo, ultimi preparativi e sonno un po’ agitato. Sveglia e colazione alle 3.
Le previsioni meteo non promettevano nulla di buono e invece ci accoglie un bel cielo stellato.
Alle 4 siamo tra i primi a superare il controllo Artva e a entrare nel “recinto” della partenza, decidiamo infatti di stare nelle prime file per non perdere tempo prezioso.
START! La pista è ghiacciata e il primo muro incute un po’ di timore, 900 persone che scalpitano con sci e bastoncini, non sono ammessi errori. Subito dopo, un leggero pianoro ci fa riprendere fiato ma poi d’improvviso perdo la pelle di foca che forse in un contatto precedente si è sfilata dalla punta. Mi tolgo lo sci, rimetto la pelle ma poi al buio non riesco a rimettere in posizione corretta lo scarpone nell’attacco. Tensione alle stelle, perdiamo qualche minuto che sembra un’eternità, poi con un po’ di affanno riprendiamo il ritmo e la salita.
Siamo in tanti lungo la pista del Ventina e un primo raggio di sole illumina la est del Cervino.
Noi tre, come molte altre squadre, ci perdiamo di vista, infatti nella prima parte del percorso si può procedere slegati. Ci ritroviamo all’ingresso del cancello del Colle del Breithorn, prima arriva Andrea, seguito da me e da Gian e lo passiamo in 2h23′, 7′ al di sotto del limite massimo.
Ci leghiamo. Il sole splende alto e il Castore da lontano ci invita a proseguire, il morale è alto.
Affrontiamo un lungo traverso con leggera discesa fino al Pian di Verra. Qui ci togliamo gli sci fissandoli allo zaino e calziamo i ramponi. Affrontiamo la salita al Castore. La crepacciata terminale è chiusa per la molta neve caduta nei giorni precedenti. Il percorso è preparato molto bene e questa volta, a differenza della passata edizione, non si formano code e rallentamenti.
Arriviamo in vetta e lo spettacolo sui Lyskamm, la Capanna Margherita, la Dufour e la Nordend, tolgono il fiato. Procediamo in cresta e iniziamo la discesa verso il rifugio Quintino Sella prima di corsa e poi calzando gli sci, arriviamo al secondo cancello orario in 5h08′ (il limite è 5h30′). Siamo solo a due terzi del percorso, ma l’inconscio ci dice che, avendo superato i due cancelli orari, ormai ce l’abbiamo fatta.
Breve ristoro e riprendiamo la “marcia”. Il traverso verso il Naso dei Lyskamm è interminabile. Adesso la fatica e il caldo si fanno sentire. La salita al Naso è lungo le corde fisse predisposte dall’organizzazione. Arrivati in punta non ci resta che scendere: 2500 mt di discesa fino a Gressoney, la prima parte molto tecnica con i ramponi su tratti ripidi e ghiacciati, la seconda parte fino al rifugio Mantova legati in sci e la parte finale su neve marcia attraverso il canalino delle Aquile.
Gli ultimi 100 metri sono di corsa. Al traguardo ci attendono parenti e amici, la gioia è incontenibile. Il Mezzalama è nostro, dopo un anno di allenamenti e fatiche abbiamo raggiunto l’obiettivo!

GIAN
Trofeo Mezzalama, la più bella e dura gara di sci alpinismo che si svolga sulle “nostre” montagne, un sogno all’inizio, una pazza idea quasi impossibile, e poco a poco, un traguardo da dover raggiungere!!
Due anni e mezzo fa, alla mia prima uscita con un paio di sci da alpinismo ai piedi, non avrei mai pensato di poter partecipare ad una competizione cosi, top del top di questo sport.
Durante il corso di sci alpinismo UGET di quell’anno, quando già avevo capito che lo scialpinismo era uno degli sport più belli del mondo, ascoltavo affascinato i racconti dei miei amici che avevano preso parte all’edizione del 2011, li guardavo come dei “mostri”, ma al tempo stesso mi dicevo: prima o poi sarò anche io li con loro!!!
In quella mattinata di maggio di un anno fa si era già tutto deciso, “soci… ce la faremo!!!”
Con chi farlo??… beh… Andrea, grande amico e compagno di gite, e Riccardo, un anno e mezzo prima mio istruttore di scialpinismo alla mia prima uscita della Scuola, una vera roccia!!!
Il viaggio ha inizio, e sarà un viaggio pieno di fatica, ma con in testa un solo obiettivo, partecipare e farlo fino in fondo!!! Salite su salite per allenarsi all’inizio, e poi le prime gare, vertical di sansicario, vetan, capanna mautino, tre frifugi, per confrontarci tra di noi e con “quelli forti!!” La preparazione atletica cresceva a pari passo con un legame di amicizia sempre più forte!!
La prima Gara al TOP, l’Adamello Ski Raid ci vede già molto uniti e “quasi pronti”; insieme all’amico Vincenzo formiamo due squadre e lo portiamo a termine posizionandoci a metà classifica!!
Forza Soci che ci siamo!!! Il giorno prima del Mezzalama mi passano per la mente le gare che abbiamo fatto, i nostri progressi, ma ciò nonostante mi sento piccolo in mezzo a ben 780 superatleti; ma ci sono loro, i miei amici, compagni di avventura, SOCI, che mi fan sentire parte di qualcosa di grande, di forte!! Durante la gara do tutto me stesso per loro, pecco di inesperienza, e il fiato è sempre più corto, ma ci sono sempre LORO, la roccia Ric e il treno Andy, che mi aiutano nel momento di difficoltà!
Infine l’arrivo… le lacrime agli occhi per la felicità immensa di aver portato a casa un sogno!!! Un sogno divenuto realtà, un viaggio di un anno indimenticabile!!!

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