Uscita 5 del 3.4.2005: Colle Furgenn

**Secondo Luciano (Piu sotto Secondo Gianluca…)**

Quale sarà la meta di questa uscita?. Il caldo delle ultime settimane ha portato via parecchia neve: dobbiamo partire da “quote elevate”. Ma senza muoversi al sabato e pernottare in rifugio! Nessun problema: come al solito in nostro “Diretur” (con la D maiuscola) ha la soluzione già pronta: Colle Furgenn da Cervinia! I puristi rimangono perplessi: Cervinia?? Un tripudio di impianti da far inorridire anche il pistaiolo più assatanato! Ma alla fine le motivazioni del Diretur convincono anche i più scettici, non ultimo il matrimonio di due istruttori della scuola, Luciano e Mara, (Auguri!) che impegna alcuni di noi. Come al solito l’appuntamento è pressoché all’alba con la presenza dei più (qualche défaillance c’è sempre). Il viaggio dopo l’appello è decisamente tranquillo; sarà la mancanza del “vice” oppure la sveglia ad ore improponibili a renderci particolarmente silenziosi? Il rito della lettura dei gruppi ci riporta alla realtà mentre lentamente raggiungiamo Cervinia superati solo da pochissime auto (vorrei vedere sta ancora albeggiando!). La vestizione ci ruba un po’ di tempo ma prima della 8 siamo pronti a partire. Ci guardiamo attorno e restiamo colpiti dalla splendida architettura di paese di montagna di Cervinia: la “baita” più bassa ha almeno 6 piani! Attraversiamo questo bel paesello e ci portiamo alla partenza dello ski-lift Cretaz (?????). Rassegnati iniziamo la risalita delle piste. Un paio di gruppi seguono quella di destra e praticamente tutti gli altri quella di sinistra. A raccontarlo viene da ridere ma è quello che è successo. In ogni caso tutte le nostre perplessità svaniscono non appena si alza lo sguardo: il Cervino incombe sulle nostre teste. E’ sempre uno spettacolo! Dopo due -trecento metri di dislivello ci addentriamo in un valloncello e da qui in avanti gli impianti di risalita spariscono dalla nostra vista. Resta solo l’ambiente splendido e solitario di queste vallette innevate. Ad una sosta in questo ambiente meraviglioso (adesso) siamo avvertiti che un allievo è scivolato e pare che abbia qualche problema. Rapidamente il nostro medico di fiducia scende quei cinque-seicento metri (forse ho esagerato) per portare soccorso all’infortunato che per fortuna non ha nulla di grave: solo una escoriazione sull’avambraccio e poco altro (per la cartella clinica chiedere a Daniele). Lentamente in lontananza appare la nostra meta: per raggiungerla bisogna superare un pendio di tre-quattrocento metri abbastanza ripido. La traccia scelta attentamente dal diretur e da Livio ci permette di guadagnare l’ultimo risalto e da qui in breve si raggiunge il Colle. E i nostri sempre mitici “allievi del 2005” ? Coltelli ai piedi, pardon agli sci, superano quest’ultima difficoltà senza problemi. E chi ha dimenticato i coltelli? nessun problema sci in spalla e pedalare! (si fa per dire). E la neve? Alla partenza, dove c’era, lisciata dal battipista; successivamente crosta da fusione e rigelo portante (che paroloni) e in alto (gli ultimi cento metri) solo crosta. La permanenza al colle credo sia stata una delle più brevi in assoluto: un vento gelido rendeva difficile fare qualunque operazione. Solo il tempo di togliere le pelli e imprimersi negli occhi e nella memoria un panorama mozzafiato! Non voglio fare l’elenco delle “punte” viste sarebbe troppo lungo: una vista così avrebbe meritato una sosta ben più lunga. Dopo esserci radunati cento metri sotto il colle iniziamo la discesa. Il diretur consiglia molta prudenza nell’affrontare il pendio ripido e per primo si getta a “testarlo”. Urla di godimento ci giungono dai nostri mitici allievi man a mano che scendono. Una neve superlativa, da dieci e lode, ci accompagna per buona parte della discesa. La parte finale su pista nulla toglie a questa gita: a detta di tutti, allievi e istruttori, la più bella (finora) della stagione. Non mi resta che parlare del rientro in pullman. I consigli del “vice” hanno avuto seguito: torte salate hanno fatto a gara con quelle dolci! Forse dovremmo cominciare a stilare una classifica (mamme escluse). Le libagioni sono state annaffiate, come al solito, da ottimo e abbondante vino.

A quando la prossima?

Ovviamente tra due settimane e…… sarà la prima di due giorni !!

Un saluto a tutti!

Luciano

P.S. Mi sorge un dubbio: che questa splendida giornata sia dovuta alla mancanza del “vice”?

**Secondo Gianluca (più in alto Secondo Luciano…)**

In primavera, ogni mattina mi sveglio quando il sole inizia a rischiarare il cielo! Mi preparo e con la mia bicicletta (umile emulo del prode Vicedirettore) vado a lavorare. Una vita tranquilla direte… no! E questo voi lo sapete bene! Nel cuore della notte di Domenica (o Sabato come dicono i discotecari) una sveglia mi strappa al sonno agitato dal pensiero della epica impresa che mi attende. Fervono i preparativi: ci si veste a cipolla, si prepara il tè per il thermos, si incollano le pelli… scherzo quello lo si era già fatto la sera prima! La preparazione è interrotta da una povera compagna di avventura che è stata piantata in asso dal suo navigatore e non sa come raggiungere l’agognato parcheggio di corso Vercelli. Una volta saliti in macchina andiamo a prelevare un altro compagno (non faccio nomi ma ha una tuta arancione della Mammut) che però non è presente nel luogo convenuto!!! Andiamo sotto casa sua e al citofono risponde con calma: ‘arrivo’. Vabbè: dopo qualche rosso bruciato arriviamo in orario al pullman. Tutti sistemati nei nostri sedili ci addormentiamo nel momento in cui l’autista, bontà sua, spegne le luci. Il risveglio arriva, questa volta sì, alle luci dell’alba: la consueta voce del Diretur ci ripartisce nei vari gruppi. Scesi dal pullman, alzando lo sguardo, la vista è incantevole: il Cervino e les Grandes Murailles sono tinte di arancio. Non si può dire lo stesso del panorama in basso: erba! Troviamo un varco tra i pascoli: per pista e canaloni arriviamo ad un bel pianoro: abbiamo già fatto 700 metri “quasi” senza accorgercene, allietati dai racconti del Diretur sulla vita della nonna, che già tra le due guerre frequentava le alte terre. (la rime è uscita così, non era intenzionale) La gita prosegue e, dopo alcune foto, baciati dalla calda luce del sole, vediamo il colle del Furgenn davanti a noi: 600 metri di distanza e 300 di dislivello… mmmh se ho capito bene la trigonometria fa 27° di pendenza… nulla di che! Purtroppo si tratta della media! E qua gli allievi del 2005 tirano fuori gli attributi… cioè no… i coltelli: gli elementi necessari per affrontare il breve traverso su neve dura. Più in alto ci attendono ancora un po’ di inversioni su neve crostosa e ripida. Che bello! Siamo quasi arrivati: potremo finalmente gustarci un panino! NO! Il colle non è accogliente come la calda cima erbosa del Ciotto Mien: infuriano gli elementi, il vento soffia forte e una cornice ci sconsiglia di affacciarci per scorgere Zermatt. Una prode allieva si cambia la maglietta sudata. Temperatura percepita: -273°C. Mentre il Diretur raggiunge in solitaria una vicina (per lui) cima, noi scendiamo nella neve crostosa e finalmente ci rifocilliamo. Dopo la pausa inizia il bello! La crosta diventa portante ed il pendio si fa ripido! Che sciata! Quasi tutti dopo il magnifico tratto si lasciano andare ad ogni tipo di esclamazioni in preda al godimento: fantastico! che figata! torno su! rimettiamo le pelli! la più bella discesa dell’anno! e via dicendo. La discesa termina a Cervinia con due brevi interruzioni su una neve via via più molle ma sempre sciabile. Dopo una fresca birra al bar, sul pullman ci attende una sinfonia di torte dove il vigore del salato si sposa con l’armonia del dolce fusi insieme da un crescendo di vini. Arriviamo a casa provati ma felici attendendo la prossima, sicuramente epica, due giorni…

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