Terza uscita di sole, con il serpentone che saliva verso la vetta finale…
5:30 sveglia!!!
Ore 6:30, finalmente tutti sul pullman.
Destinazione Alpe di Limonetto (quota 1350) in Valle Vermenagna.
La giornata è magnifica, il sole splende alto nel cielo, fa già caldo e a fondo valle si cominciano a sentire i profumi delle creme al cocco… mancano solo la birra fresca e le sdraio!!!
Ma noi giovani scattanti alpinisti non siamo qui per prendere il sole: recuperiamo in fretta (??) dai gavoni del bus l’attrezzatura e dopo un accurato controllo degli Arva ci incamminiamo verso la meta: il “Monte Chiamossero” (quota 2428).
Bastano pochi metri in salita per mettere tutti in maglietta di cotone, tranne qualche assiduo affezionato del proprio pile… quasi fosse il suo peluche!!!
Davanti qualcuno sta facendo la traccia ma siamo troppo abbagliati dalla luce per poter capire con precisione di chi si tratta, bravo comunque!!
Dopo una salita mozzafiato (nel senso che non abbiamo neanche più il fiato per parlare) e circa un migliaio di inversioni, ci troviamo a metà percorso. Ed ecco, davanti a noi si staglia la montagna innevata, la vetta piramidale, la meta …
… e pur con le menti annebbiate per la fatica ci ritroviamo in breve tutti insieme sulla incantevole cima est del Monte Chiamossero.
Il panorama è incantevole, si può osservare la pianura Padana, il Monviso, le Alpi Liguri … ma soprattutto lontano lontano un lembo di terra si erge in mezzo al mare (o saranno nuvole?): che sia la Corsica?
Rimosse le pelli, un rapido cambio di maglietta, rifocillati ed eccoci pronti a tuffarci sul ripido pendio … la neve non è bellissima, umida dal calore della giornata, ma tant’è: così si rischia poco, una caduta è subito frenata senza danno alcuno, vero avvocato?
Al primo pianoro ci aspettano il direttore ed il suo fido vice: l’esercitazione!
Oggi il menù prevede il montaggio e trasporto delle barelle. Ben due sono già in costruzione: quella “comoda”, appannaggio di Beatrice, praticamente una fodera con all’interno un materassino, viene presto fatta scivolare sulla neve e trattenuta da 4 compagni, e quella “di emergenza” costruita interamente con corde intrecciate su un telaio di sci e bastoncini.
Mezz’ora ed il direttore e vice direttore finiscono di fare i mille nodi che terranno il tutto insieme: la barella è pronta. Alessandro non ha scelta (gli sci usati per il telaio sono i suoi) e a lui tocca un’entusiasmante discesa: il direttore alla guida, il vice e Richi (altro magnifico istruttore) ai freni.
Fatta l’interessante dimostrazione ci tuffiamo a raggiungere il campo base, dove qualcuno meno paziente è già arrivato, e … miracolo! un mirabile banchetto viene approntato: torte salate, focacce, torte dolci, pane e salame, e vini di ogni genere (grazie al GSA per i ben 20 litri approvvigionati!!!).
Ed alla scuola del Cai Uget ben presto si unisce la scuola del Cai di Saluzzo, che ci ha offerto ben due palate (sì sì, pale da neve usate quale vassoio!!) di pane e nutella, e poi anche gli amici di Sanremo con la tavola apparecchiata sul cofano della macchina … un gran bel modo per fare amicizia, un gemellaggio con i fiocchi … e con qualche acciuga!!!
Questo è lo sci alpinismo: lezione di vita!