Sabato ero preso dall’incertezza: non c’erano compari convinti per gita, quindi bici o corsa?
Poi mi arriva la telefonata di Roc, ricca di coinvolgente spirito d’avventura. Ma sì, partiamo per il Bezzi per raggiungere gli allegri amici del corso.
Ritrovo alle ore 3! Sul presto…
Partenza sotto un cielo stellato pieni di buone speranze e tanto sonno.
Verso Aosta qualche nuvola e autostrada con enormi pozzanghere…mah.
Verso Valgrisenche inizia a nevicare e la strada diviene bianca, sempre più bianca, 5 cm, 10 cm… 15 cm… ahi, ahi.
Ritroviamo le auto dei compari partiti sabato parcheggiate e ricoperte da più di 20 – 25 cm di soffice farina, sembrano tanti “pupazzi” di neve.
Sono le 5.15, ancora entusiasti di poter fare una grande discesa nella polvere, ci avviamo con le torce per il vallone che porta al Bezzi. Ambiente da favola, tutto gonfio e soffice di neve incantata illuminata dalle nostre frontali.
Salendo, circa a metà strada, iniziano i dubbi. Si alza il vento, battere traccia sugli accumuli da 50 cm diviene più faticoso, la visibilità diviene scarsa.
Ci fermiamo a far due foto “notturne” e valutiamo le condizioni: il meteo è in peggioramento con vento in aumento, gli accumuli sono notevoli, la visibilità pessima… Ci rendiamo conto che sicuramente non si farà la gita, non ci sono condizioni di sicurezza, lo si vede sotto i nostri sci.
Ma Roc è sempre positivo e, con la dovuta attenzione, proseguiamo verso il rifugio che ci compare di fronte quasi all’improvviso nella piccola “bufera”.
Troviamo tutti i cari amici del corso che ci accolgono festosi, anche se un po’ delusi dal meteo.
Poi infatti decidono di rinunciare e rientriamo dalla via di salita.
Non abbiamo fatto centro, ma ci siamo divertiti con questa “pazza” avventura.
Daniele B.