Prova in pista effettuata sulle piste di Bardonecchia.
Più di 50 le presenze (53 i giornalieri ritirati) ed oltre a buona parte dei nuovi iscritti molti gli istruttori ed amici che si sono scatenati sulle nevi del comprensorio del Colomion.
Abbiamo trovato una gran bella neve che ha permesso non solo di sciare con soddisfazione in pista, ma anche di provare a fare qualche discesa fuori pista nel lariceto del Les Arnauds. A posteriori possiamo dire che la seconda discesa fuoripista nel bosco a lato dello skilift è stato un bel campo di prova per i nuovi allievi e complimenti a come si sono tutti abilmente destreggiati per raggiungere la salvezza della pista.
Dopo questo test è stata una passeggiata scendere nel Vallon Cros del Melezet, con la neve ormai segnata dagli innumerevoli passaggi ma ancora morbida, come ha “voluto” testare qualche allievo/a, vero?
E, leggete leggete, abbiamo la prima relazione della stagione a cura di una simpaticissima allieva:
E’ da un paio di mesi che aspetto. Gli amici a novembre già andavano a sciare e giravano foto da fare invidia. Ma io no, mica son capace, devo aspettare il corso. E finalmente arriva, il tanto osannato “corso di scialpinismo”. Attrezzatura nuova, che quella da gagna non son riuscita a recuperarla. Ed è tutto diverso. Già stare sotto i dieci minuti per infilare gli attacchi mi sembra un record.
Prima uscita: prova su pista. In quaranta si sale sul bus. Quattro chiacchiere a conoscere sconosciuti, e via. Si parte dal cancelletto. Nessuna gara, solo per vedere se due curve le sai fare: “discesa controllata”. E bravi. Peccato che per me gli sci siano divertimento tanto, ma controllo zero. C’è chi si spara una serpentina da nuvola bianca, chi mostra il suo miglior spazzaneve, sorridendo a denti stretti. Chi presenta la tecnica sci unitissimi quasi sovrapposti, che il carving l’ha comprato ma non l’ha mai conosciuto. Quando arrivi in fondo, i commenti: “Randa, ti han mai detto che si scia anche con le caviglie e non solo spostando il culo?” E poi l’incitamento “Dai ragazzi, provate la fresca, scendiamo fuori pista”. E quaranta pseudo-incapaci si buttano in fresca. Un’immagine inquietante. Una mandria tra i pini. Ora, le piante sono dure. ma almeno stanno ferme, almeno provi ad evitarle. La mandria no, si muove, più come decide la neve che come decide lei. Ti fai coraggio e vai, in fondo sei un componente della mandria anche tu, e ti ci trovi bene.
Secondo giro: finito l’effetto mandria, si scende a gruppetti di due o tre, seguendo un istruttore, che ti da un minimo di nozioni. Prima fra tutte: le piante non sono morbide. Seconda, il peso: non contano le lamine, conta come distribuisci il peso del corpo sugli sci. Se ti sbilanci, cappotti. E quale miglior lezione che l’esempio? Mentre si scende, il santo cui son toccata, si contorce per rispondere alla radio in curva, e opplà, si cappotta magistralmente e ci dimostra che anche se le piante son dure, la neve rimane morbida.
Randagia, che sarà divertente questo corso!