Oggi mi giunge improvvisa la richiesta: mi fai tu una relazione sulla gita?
Io scrivere? Da ex allievo preferisco disegnar curve sulle nevi che calcare il foglio con un pennino elettronico! Acci … come dire di no al nostro vice Vittorio!?
Trasmettere per iscritto le impressioni e sensazioni di una escursione è difficile, specie per chi come me da anni affronta le gite con passione ed entusiasmo; ama la montagna, la fatica e il rispetto necessario per percorrerla… Ma in ogni caso mi cimento temerariamente anche in questa impresa.
Mercoledì scorso, in sede, viene comunicato solo l’orario di partenza fissato alle 6.30. Prestissimo!!!
Intendo insolitamente e fastidiosamente (per alcuni) presto per il periodo invernale. Peraltro, il sottoscritto, come alcuni ben sanno, sarebbe capace di partire alle 2.00 di notte per fare una “bella”gita del corso!!
La sveglia suona alle 5.15! Noooo!!
Ma sì, alzati vecchio rudere, non devi andare a lavorare ma a spassartela sulle cime!!
A questo pensiero, divento peggio di un camoscio, mi preparo in modo fulmineo e parto a spron battuto per giungere puntuale al pullman.
Si ritrovano vecchi e nuovi amici, qualche battuta e si parte!!
Invidiando chi russa nelle vicinanze, tento di tenere gli occhi chiusi, ma ogni tanto, alzando faticosamente una palpebra, ammiro dal finestrino il sorgere del sole. Un cielo terso perfetto, con varie tonalità di colori e sullo sfondo un fronte nuvoloso in rapida fuga.
Giungiamo a Limonetto, sveglia! si sbarca!
Chi corre al bar per un rapido caffè, chi si lancia alla ricerca di un bagno, chi inizia la vestizione in una discreta confusione generale.
In breve tempo, tutti pronti, si raccolgono le squadre, elencate precedentemente sul pullman dal Diretur, e ci si avvia verso la neve.
Nel primo tratto con discreta pendenza si affronta una pista di discesa ricoperta da un bianco morbido marmo di carrara. Pochi passi, aumenta l’inclinazione ed iniziano alcuni scivoloni. Imitando al meglio la Carolina Kostner, alcuni volteggiano travolgendo gli sciatori seguenti come birilli. Da veri impavidi, si rialzano e proseguono con orgogliosa indifferenza.
Poco dopo, sul pendio avanti a noi iniziamo a scorgere un serpentone umano di scialpinisti che affrontano la stessa nostra gita: il gruppo numerosissimo degli allievi della SUCAI.
Mi tornano in mente i miei inizi dello scialpinismo… me la raccontavano bella:
“Tu vai in pista, fai le code, con tutta quella gente. Devi venire a fare “lo scialpinismo”, ahh, tu e l’aria pura, le distese bianche di neve immacolata, solo qualche animale… natura, solitudine!”. Mah…qui ce n’è una tribù.
Affrontiamo il pendio. Iniziano le prime inversioni o “gucie”. Qui mi sono perso le spiegazioni degli istruttori sulle modalità di inversione, posizione racchette, slancio dello sci, colpo di tacco, ecc., poiché sono risalito velocemente per restare col gruppo uno e il vice.
Iniziamo a sorpassare la coda della SUCAI e proseguiamo con discreto passo sui medi pendii, cercando di tracciare una via parallela in modo da non creare intralcio.
Nell’ultimo tratto, il Diretur disegna una traccia più diretta, dove occorrono i coltelli, valichiamo e…siamo in vista del colle che raggiungiamo in pochi minuti.
L’affollamento sul Ciotto Mien è tale che il direttivo decide di salire sulla cima a destra, il monte Creusa.
Piantati bene gli sci sul colle in luogo un po’ riparato, risaliamo la cresta a piedi verso la cima.
Il vento soffia implacabile, gelido, il lato sinistro del volto sembra congelare: la sensazione è quella di risalire una “vera” montagna. Ed eccoci in cima! Il panorama è mozzafiato, limpidissimo.
Si vede il mare….si vede Superga con tre persone sulla gradinata!…ogni dove, bellissimo!!
Ogni gita è differente, semplice o impegnativa, ma sempre grande l’emozione di restare in “vetta” a contemplare dall’alto il mondo.
La discesa è migliore del previsto. Neve dura, in alcuni tratti morbida, nel complesso ben sciabile, permette buone curve e divertimento.
Non mancano i classici capitomboli e salti “quasi mortali”, ma raggiungiamo tutti sani e salvi il pianoro di partenza.
Qui sosta e relax, cibo e abbronzatura, nell’attesa di radunare tutti e fare la classica prova artva condotta dagli istruttori. Nelle prossime gite toccherà agli allievi cimentarsi!
Purtroppo la gita volge al termine, ci tocca rientrare malinconicamente al pullman…
Malinconia? No grazie! Inizia la festa!!
Tolti scarponi, cambiati, lavati, stirati e profumati, compaiono litri di birra e bottiglie di vino, salami formaggi torte biscottini strudel….si ride, si scherza, ma soprattutto si festeggia in compagnia la riuscita di questa splendida giornata.
Che dire…trascorrere una domenica con la Scuola non ha prezzo!
…..e ci rivedremo per vivere insieme molte altre divertenti giornate tra le vette.
Daniele B.