La gita che tutti aspettavamo, i quattro – ahinoi diventati 3 causa meteo avverso – giorni in Valli di Lanzo al rifugio Gastaldi!
1 – Avvicinamento al rifugio (900m dislivello – 1200m x gli autisti)
Appuntamento con orario clemente alle 8 del mattino a Venaria, mi ritrovo in mezzo una rotonda sotto ordine del Diretùr per ricongiungermi alla macchinata di Enrico, Valerio, Lucy e Maria con destinazione Balme.
Chi con zaino compatto, chi con zaino da Sherpa, partiamo sci in spalle per un breve tratto, per poi mettere gli sci e proseguire sul Pian della Mussa. Le cose iniziano a farsi serie una volta imboccato il Canale d’Arnas, caschetto in testa, saliamo il ripido pendio prima sci a piedi, poi sci a spalle.
Una volta arrivati al pianoro che ospita il Gastaldi, ci dividiamo in 3 gruppi per le esercitazioni di ricerca Artva, utilizzo di piccozza e ramponi, e cordata a 3 per la progressione su ghiacciaio.
Il vento insiste e il Gastaldi (2658m) ci offre una calda dimora dove mangiare una sana zuppa e riposare nelle camerate. Un distaccamento di 4 coraggiosi passerà invece la notte nel vecchio rifugio, fortunatamente il custode terrà loro compagnia. Il topo Gastaldo.
2 – Punta Maria (1000m dislivello totali inclusa ripellata)
Sveglia alle 6 immersi nei colori della neve all’alba, della roccia e del cielo azzurrissimo che ci accompagnerà per tutto il giorno. Iniziamo la giornata con una breve traversata in discesa sugli sci per avvicinarci alla base del colle che ci permetterà di passare sul versante francese per attaccare Punta Maria. Impugnata la pala scaviamo un buco nella neve per ospitare gli zaini di chi tornerà a Torino a fine giornata.
Muniti di pelli e coltelli saliamo fino al Colle d’Arnas, dove gli istruttori attrezzano una corda fissa per un breve tratto a piedi su roccia causa neve insufficiente.
Proseguiamo nel vallone di Averole per arrivare in cima a Punta Maria. Enzo ci illustra le cime che si scorgono dalla vetta: il Dente del gigante e i Satelliti del Bianco, il GranPa, il Cervino e il maestoso Rosa che in questi giorni ha ospitato il Mezzalama.
Ci rifocilliamo appena sotto la vetta su un pendio nevoso che nel mentre fagocita le pelli di Blex. Azz…
La discesa? una bomba. La prima parte di discesa, ci regala grandi emozioni su una neve fredda e farinosa, si passa poi a un settore più biscottoso.
Ci fermiamo per un rapido confronto, il gruppo capeggiato da Vittorio tornerà a Torino passando dal colle, gli altri scenderanno invece con Dario fino in fondo al vallone per godere di una neve trasformata, solida e divertentissima per curve ampie su pendenza ridotta. Ripelliamo in quattro e quattr’otto e scolliniamo nuovamente in Italia.
Rientro in rifugio per le 2/3 del pomeriggio circa, ora della birra e di un piccolo spuntino. Il pomeriggio va tirato per i capelli e Explosion fa la sua parte. Il team della Lobi(anco) rimane in testa tutta la partita per vedersi soffiare il traguardo alla carta “scrittori contemporanei”. Fortunatamente il gioco del rifugio non è aggiornatissimo e spiazza i giocatori.
Finalmente arriva la cena, domani piccola Ciamarella, tutti pronti con ramponi a portata di piede. Buona notte.
3 – Sella dal nome incerto e rientro a Balme (700m dislivello in salita + discesa)
Carichi per la nuova gita, partiamo in direzione Pian Gias per approcciare la piccola Ciamarella. Una volta al colle ci accorgiamo che le previsioni erano state ottimiste, le nuvole stan salendo rapidamente da valle, pare un azzardo tentare la cima in queste condizioni.
Ripieghiamo su una gita ai piedi della Bessanese, montagna cara al buon Cavour che ci delizia con la storia della mongolfiera (https://camoscibianchi.wordpress.com/2013/10/21/la-tragedia-della-mongolfiera/).
Proseguiamo quindi sul ghiacciaio sottostante la suddetta montagna, lasciandoci sulla destra punta Adami, raggiungiamo la “Gengiva” dei Picchi del Collerin (termine coniato e approvato da Cucatto) vista la mancanza di nomenclatura ufficiale sulla carta. Godiamo dell’ultimo sole e del mare di nuvole sottostante prima di lanciarci sulla trasformata primaverile che ci condurrà al Gastaldi.
Ultimo brindisi offerto da Francesca che festeggia il compleanno offrendo un giro di birra agli assetati scialpinisti del CAI Uget.
Il rientro afoso offre qualche emozione sciistica sul canale d’Arnas, vista l’interessante pendenza. Le serpentine lasciano poi spazio allo spazzaneve considerato che, causa infortunio di Manuela – colei che ci ha rifocillato al Gastaldi – bisogna battere una pista di discesa per i volenterosi barellisti. Tra buche tappate a suon di pala e pendii spianati a suon di solette, la barella arriva a valle dove una motoslitta l’attende per portare Manuela in ospedale.
Stanchi ma comunque soddisfatti si attraversa lentamente il Pian della Mussa. All’arrivo, una Giulietta affossata nella neve ci strappa l’ultimo sorriso.
Tutto è bene quel che finisce bene.
Bravi tutti, e grazie a tutti, è stata una figata!
Fra Carletto
Tutte le foto della 3 giorni? vai allo Slideshow
Ma non perderti il bel video realizzato dal mitico Fra Carletto durante la 3 giorni al Gastaldi.
Per vederlo https://youtu.be/SpfmaHZNVik
per scaricarlo
https://www.dropbox.com/s/wxt0hqj8z8dg80o/CAI%20Uget%20-%20R.Gastaldi%20-%202017.mov?dl=0