Dopo le ingenti nevicate di fine febbraio, valutato il pericolo valanghe, “marcato”, gli istruttori della scuola decidono di far la terza uscita del corso su terreno sicuro e propongono una salita lungo una pista degli ex impianti di Beaulard, ormai in disuso.
Il ritrovo è alle sette del mattino, un vero lusso direi, in corso IV Novembre a Rivoli. Appena si incontrano i compagni di corso e gli istruttori si percepisce una certa elettricità. C’è molta aspettativa nei confronti della neve, freschissima e abbondante come da circa 5 anni non si vedeva (parlo da grande appassionato meteo).
Si parte davvero puntuali, sul bus si scambiano chiacchiere e si è anche meno addormentati delle altre precedenti mattinate! In poco più di un’ora siamo al piazzale di Beaulard.
Scesi dal bus ci si prepara con maggior scioltezza rispetto alle prime volte. I gruppi si districano prima per le vie del paesino e poi, individuato l’inizio della salita, su per il bosco su quelle che erano fino al 2010 delle piste da sci. La salita appare faticosa per la neve fresca da battere e i primi gruppi, che si alternano alla battitura della traccia, sono davvero tenaci.
Arrivati a circa 900 metri di dislivello raggiungiamo la meta (che scoprirò essere la prima), la garitta del vecchio skilift.
Breve pausa, veloce colazione e si prende a scendere su una neve favolosa.
Ma qui arriva la sorpresa: scesi di circa 300 metri ci si ferma su un tratto pianeggiante, all’imbocco di una pista di collegamento che conduce al rifugio Rey.
Si ripella!! Si torna a salire!!
Superato il rifugio, 150m più su, ci vengono offerte due possibilità: fermarci lì dove si sta preparando una strepitosa lezione di nivologia o nel frattempo risalire di circa altri 50 metri.
Il mio gruppo, confortato dagli istruttori, opta per continuare ancora a salire. Non si molla! …e si risale anche per continuare ad esercitarci nelle inversioni in salita su neve fresca e non battuta. Ancora qualche metro e tolte le pelli si scende con gusto proprio a ridosso del luogo scelto dagli istruttori per illustrare il profilo nivologico.
Tutto è stato preparato nei dettagli per la spiegazione sulla neve e i suoi strati. Viene anche “tagliato” un cuneo nella neve soprastante il profilo su cui passerà uno sciatore per sollecitarlo sino a quando, dopo un salto, uno strato di 50cm si stacca e scivola sullo strato ghiacciato sottostante.
Come sempre un’ottima didattica che ci insegna altre particolarità sulle proprietà della neve, sulla coesione, sui pericoli di distacco, sugli strati di scivolamento interni al manto nevoso, e le domande non mancano.
Finita la lezione si riprende la discesa sia sulla vecchia pista che tra i boschetti dove alcuni alberelli “tendono imboscate”. La sciata diventa puro divertimento. Durante la discesa cerchiamo di carpire il più possibile con gli occhi e il corpo il segreto delle splendide sciate dei nostri istruttori.
In poco tempo gli 800 metri di discesa spariscono e ci ritroviamo già al pullman. Escono improvvisamente torte salate, torte dolci, grissini, salami e squisiti formaggi. Uno dei nostri compagni sfoggia una torta salata spettacolare, una compagna una dolce strepitoso. Cerco acqua ma trovo solo birra. Si torna a casa, molta felicità, tanta soddisfazione e molte chiacchiere sulla via del ritorno, risate e conoscenze che diventano sempre più approfondite e, perché no, grazie alla neve speriamo diventeranno anche splendide amicizie…..
Gianluca Menichetti
vai ora alle immagini dello Slideshow