1.a uscita, 27/01/2019: colle di Crevacol

La prima gita della Scuola per me è un concentrato di emozioni: mi fa ripensare alla mia Prima Gita, datata 1987;  poi segna l’inizio della stagione: si tira fuori l’attrezzatura, si ritrovano certi automatismi (pellare la sera prima, doppia sveglia sul comodino, tisana per la gita, ecc.). E poi finalmente si rivedono amici che si sono lasciati alle ultime uscite dell’anno prima.

Certo, un po’ di poesia è venuta meno… Grazie ai social, ormai so che quella che per me è la prima gita, per molti altri è l’ennesima; quando io stavo ancora riponendo secchiello ed ombrellone, c’era già gente che pubblicava foto di sciate qua, là, su e giù, di serpentine, di cime conquistate.. E che cappero! E un po’ come, il primo giorno di scuola, arrivare tutto trullo, e scoprire che gli altri han già  fatto “rosa rosae rosae”, e “lupus lupi lupo”, e sono già alla terza declinazione…. Non vale così… è già che sui pendii ti superano che manco una Ferrari sulla corsia di sorpasso, questi non hanno mai smesso di macinare dislivelli (pure ad agosto, secondo me, tengono in freezer un po’ di neve, che mettono su di un tapis roulant, o su di una grande ruota per criceti).

Però mi affaccio lo stesso bello carico all’appuntamento antelucano. Secondo la tradizione degli ultimi anni, abbiamo due bus: scafati (istruttori/consorti istruttori/aggregati) ed esordienti (allievi + Diretùr); sul primo i gesti sono ordinati e coordinati, e si dorme (del che approfitto); ma mi manca l’atmosfera del secondo, assistere alle scoperte dei nuovi venuti, osservare quell’impaccio che deriva dal fare una cosa per la prima volta con sconosciuti.

Alla lettura dei gruppi, scopro che è stato raggiunto il record storico: 13 gruppi.. se uno fosse scaramantico avrebbe qualche timore… L’arrivo nel posteggio degli impianti di Crevacol conferma che la scaramanzia è una scienza esatta: lo scenario è quanto di più disincentivante ci sia… fuori è ancora scuro, fa freddo, nevischia…  Controvoglia si scende, ci si veste, e ci si avvia.. i pendii sono tristi, poca neve che non riesce a coprire erba ed arbusti…

Lungo la salita un timido sole fa capolino; allude, illude e sempre delude… Copriamo in circa 3.30 h i 900 m di una gita senza storia.

Sul colle di Crevacol giusto il tempo di rifocillarci, e si scatena una bufera:  questa sì, rimarrà nei miei personali annali… il vento schiaffeggia e trafigge con mille fiocchi cristallizzati, la visibilità è minima, fa un freddo becco; lesti scendiamo con una derapata su pendio gelato. In una giornata dove la formazione era oggettivamente difficile (rischio valanghe 0,5) la montagna ha voluto contribuire con qualche insegnamento: chi ha infilato nello zaino le pelli di foca arrotolate sul panino alla frittata, può annoverare l’esperienza che l’operazione spellamento è bene farla subito, perché poi magari le condizioni mutano…

Siamo un po’ abbacchiati..  si diffondono fake news sulla volontà del Diretur di fare una ricerca Artva in punta, che richiederebbe uno scongelamento al microonde dell’intera brigata. Invece nulla di tutto ciò; si scende, con una gradita sorpresa: la discesa è sulle piste, in condizioni più che buone.

Bene! Nel disegno di legge che ho presentato sull’introduzione dello “Sci alpinismo mite”, pendente in Commissione Senato, tutte le gite prevedono la discesa su pista, se non sono garantite condizioni ottimali di powder…

Al bus, consuete ed abbondanti libagioni, di tutto un po’: acciughe rosse e verdi, torte, torcetti, vino, ecc. ecc.

Nel tragitto a Torino, l’erede dei Dugono prende il microfono; vuole intonare la Montanara? No. Spiega che verrà creato un profilo Instagram della Scuola di Sci Alpinismo… e ci invita a caricare foto ed a “taggare”. Da digital immigrate, seguo un po’ confuso… Fortunatamente mi viene in soccorso Vittorio, che serio mi spiega: “Capita di taggare, quando non digerisci le acciughe. Ma tranquillo, non è un nostro problema”.

Arriviamo a casa presto; anche questo positivo aspetto è recepito nell’articolato del disegno di legge sullo sci alpinismo mite: “La gita finisce presto, si arriva a casa, e si guarda la partita del Toro. Che vince”.

Un altro zampino dei pervasivi social arriva la domenica sera: foto di amici sci alpinisti celebrano gite sulle Marittime, benedette dal sole… Ma noi sulle Marittime non siamo potuti andare, perché alla velocità dell’era digital si contrappone la burocrazia, ferma all’Editto di Teodorico: la comunicazione della meta ai bus va fatta in pergamena con sigillo imperiale,  ed una volta fatta, non si cambia più…

L’ultima sorpresa è la mattina di lunedì: appena desto, un messaggio del Diretùr  mi informa che un’allieva ha già mandato una poesia, in rima baciata, sulla gita… Attende la mia relazione per pubblicarla… Ma che ansia! Non si può far tutto veloce… una volta erano solo le gite ad avere ritmi forsennati, ora pure la relazione! Non hai ancora riposto gli sci in soffitta, e questi giovani han già mandato un poema in endecasillabi…

Attento Diretùr.. diffidiamo di questi trend… uno si distrae un attimo, questi ti organizzano una votazione on line, su qualche piattaforma del piffero, e ci troviamo un nuovo Direttore, che magari di sci alpinismo capisce poco, ma le acciughe le fa buonissime ed ha un sacco di like…

Cavùr

….ed a seguire l’articolo del “veterano Cavùr” ecco la poesia di una giovane allieva:

Poesia: Una giornata in rima baciata

Suona la sveglia. Giù dalla branda

Ci aspetta l’appello del capobanda.

Sul bus regna un silenzio monacale,

Solo qualche ronf eccheggia nel buio totale.

Il diretur alle 8 si desta

Finalmente tiriamo tutti su la testa:

Il Crevacol ci attende con aria funesta.

Scesi dal bus ci abbraccia il gelo

Del sole nessuna traccia in cielo.

Sotto il ponte della statale

C’è chi trova riparo dal freddo abissale

E chi invece fa una pipì colossale.

Dopo la ricerca dei compagni di sventura

E la raccolta di tutta l’attrezzatura,

Si comincia a salire

Ed il sudore si fa sentire.

Mentre la neve scende

Piano piano la gücia s‘apprende,

Mentre la colonna sale

C’è chi pensa “per iniziare è la gita ideale!“.

Sul colle soffia il vento e urla la bufera

La neve di traverso s’infila nella canottiera

La montagna veggente quasi arrabbiata

Sembra dirci: ”Andate! Che v’aspetta un’acciugata..!

Così quasi senza colpo ferire

La discesa iniziamo a gestire:

Dopo qualche curva ben assestata,

Una lunga derapata

Ed un bel po’ di neve ventata

La simulazione viene disertata,

E tutti giù per sperimentare sta famosa magnata!

È un assalto bello e buono

All’ allievo con il dono!

Non scherzava mica Dario

Quando parlava del “sistema fognario”:

Se dopo i torcetti e gli amaretti

ti offron le acciughe, che fai non le accetti?

E la torta coi porri dopo quella al cioccolato?

Niente di meglio può essere abbinato!

C’è chi dice: “Tranquilla basta saltellare,

tanto tutto insieme si va a mescolare!”

Alla fine sul bus ci parla di un veterano il diretur,

Ma la domanda resta, quando ci presentate sto Cavour?

Elena Bignoli

ora puoi andare allo Slide Show, collezione delle foto della prima gita 2019:

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