12 maggio 2024
Ultima gita del corso SA2. Si deve finire in bellezza, assolutamente un 4.000, non un metro di meno!
La scelta del team istruttori ricade in Valtournanche, sopra Cervinia: il Breithorn.
Le previsioni sono discrete, la famigerata “finestra” c’è e sembra essere bella spalancata.
Il rendez vous è stato scelto con estrema cura, come d’altronde ogni altro dettaglio della gita. Parcheggio
molto comodo per il rientro e abbastanza vicino alla partenza della funivia (unica possibilità per fare un
breve “portage” in questa stagione di abbondante neve) e rigorosamente non a pagamento, così da
dedicare la somma risparmiata alle lattine di birra da scolare al rientro.
Al parcheggio giungono due gruppi: i reduci della giornata campale del 11 maggio, 1.800 mt di dislivello per
oltre 23 km di percorso intorno al Breithorn e il gruppo di allievi proveniente da Torino costretto alla
consueta levataccia.
Grazie al sacrificio della Direttrice Sara, che si è appostata davanti alle biglietterie, molto prima
dell’apertura degli impianti, entriamo in possesso dei biglietti in tempi record e possiamo salire subito sulle
funivie. Scendiamo quasi tutti a Cime Bianche a quota 2.814 mt, mentre un piccolo gruppo preferisce “un
aiutino” proseguendo per Plateau Rosà. L’idea è di riuscire a ricongiungerci prima della cima.
Ci incamminiamo sul pendio, tra una pista da sci e l’altra, verso Testa Grigia. Intravediamo i primi seracchi
sopra e di fianco a noi. E’ l’unico indizio per capire che ormai siamo sul ghiacciaio. L’enorme spessore di
neve di quest’anno non ci ha permesso di individuare dove fosse iniziata la lingua di ghiaccio.
Raggiungiamo in circa un’ora e mezza Testa Grigia e Plateau Rosà. Ricompattiamo il gruppo e ammiriamo
l’immenso panorama di ghiaccio che ci circonda. Ci incamminiamo sul grande falsopiano del Ghiacciaio del
Ventina in direzione della nostra meta: il Braithorn.
Arriviamo a scorgere la cima Occidentale e la cima Centrale. Pensiamo: sembra facile, siamo quasi arrivati!
Continuiamo ad avvicinarci tenendo la destra per puntare al colle posto tra la cima Occidentale e la cima
Centrale. Incominciamo ad intravedere le persone che si stanno arrampicando sui pendii. Accidenti sono
troppo piccole, sono lontanissime! Altro che facile e quasi arrivati. Il Braithorn è enorme, è altissimo, è
lontanissimo. Inizia la salita al colle, il pendio si fa più ripido. L’aria diventa “sottile”; ci stiamo avvicinando
ai 4.000 e si sente. Non c’è barretta, gel, o bevanda che smorzi la fatica. Non c’è modo di saziare i polmoni,
l’aria che entra non basta mai. Bisogna rallentare il passo, non guardare continuamente quanto manca e
ignorare le vocine che ti dicono “Basta! Torna in dietro, è ora di scendere!”. Non c’è allenamento che ti
prepara all’altitudine. Solo la forza di volontà e la voglia di arrivare in cima ti fanno proseguire.
Arriviamo finalmente al colle in 4 ore dalla partenza, 4.100mt. Ci aspetta alla nostra destra la cima Centrale
4.159 mt, raggiungibile percorrendo una bella e facile cresta di neve da affrontare con ramponi e piccozza.
La percorriamo in una ventina di minuti. Che spettacolo! Circondati a 360 gradi da montagne e ghiacciai. E
le nuvole: così diverse dal solito! Siamo abituati a vederle dal basso grigie e piatte. Ma da lassù, le vediamo
illuminate dal sole, bianche e paffute, come meringhe e panna montata.
Non c’è tempo da perdere in troppe contemplazioni. L’umidità dell’aria sta aumentando e il tempo sembra
peggiorare. Ritorniamo al colle, posizioniamo gli sci sullo zaino e ci incamminiamo sulla cresta, più ripida e
aerea della precedente, che porta in circa 40 minuti alla cima Occidentale del Breithorn, 4.164mt,
formalmente è il nostro secondo 4.000 della giornata.
Qui possiamo rilassarci, ormai ci attende solo la discesa.
Enzo ci indica e elenca i nomi di tutte le cime che ci circondano.: Dufour, Gnifetti, Corno Nero, Liskamm,
Castore, Polluce, sono quelle che sono riuscito a ricordare. Il Cervino è restato nascosto dietro le nuvole
per tutto il giorno, che timidone!
Infiliamo gli sci e iniziamo la discesa sul fianco della Cima Occidentale. Neve difficile, pesante e con solchi di
precedenti tracce ghiacciati. Ce la caviamo nonostante la fatica e le gambe come “tronchetti della felicità”.
In 40 minuti raggiungiamo le piste da sci. La discesa diventa meravigliosa perché prosegue sulle piste
perfettamente innevate, lisce e battute, fino a Cervinia. Ci togliamo gli sci e approntiamo il rituale
banchetto post gita, come sempre sull’asfalto del parcheggio, divorando tutto in pochi minuti.
Si, il corso SA2 è proprio finito in bellezza: grande gita, ghiacciai, cime meravigliose, e due 4.000!.
Ringrazio con affetto tutti gli istruttori che hanno condiviso con noi il loro amore e rispetto per la
montagna.
Ringrazio tutti gli allievi, compagni e amici, di questo meraviglioso corso SA2, “il migliore degli ultimi 35 anni”()!
Ciao a tutti e arrivederci sulle prossime cime!
L’allievo senior Giovanni Bertolaja
() così ci ha definito Enzo nel discorso di fine corso … chissà che non lo dica sempre ad ogni conclusione di
corso … …chissà ?