Sabato 16 Marzo
Nonostante una stagione di allenamento lasciare il calore del letto e raggiungere
l’affascinante parcheggio dei camion di corso Giulio Cesare non era certo una occasione
molto allettante, ma tutti (o quasi) abbiamo risposto all’appello e carichi in vista di una due
giorni tra le vette siamo partiti al levar del sole.
Si forma presto una piccola carovana di auto che muove verso la Valle d’Aosta alla ricerca
di candidi pendii; tra gli equipaggi c’è chi riposa e chi, per rendere meno gravoso il compito
degli autisti, chiacchera tra uno sbadiglio ed un altro.
Con il sole ormai splendente in un cielo terso raggiungiamo alla spicciolata Vetan (le
pause colazione hanno disunito il gruppo di auto), ed in breve siamo tutti riuniti. Le
abbondanti nevicate delle ultime settimane hanno garantito un fondo che, seppur
assottigliato dal caldo primaverile, ci permette di evitare l’odiatissimo portage e
incominciare “sci ai piedi” dal parcheggio.
La meta della giornata è Punta Leysser e la direzione da prendere è evidente fin dai primi
passi: la vetta infatti si staglia mille metri sopra le nostre teste e l’assolato versante Sud
per cui la raggiungeremo ci si para davanti. Nonostante queste premesse la scelta del
percorso, almeno per la prima parte, non è affatto semplice: le macchie erbose da evitare
sono infatti abbondanti ed estese, ma i gruppi di testa segnano la via e metro dopo metro i
prati fanno spazio ad una candida coperta di neve trasformata.
La salita procede inframezzata da un paio di pause e, raggiunta la vetta, possiamo goderci
un sole che lascerà il segno sulla pelle di chi ha malauguratamente dimenticato la crema.
La giornata è davvero splendida ed il tempo in vetta passa veloce tra chi assaggia
dolciumi e chi cerca di riconoscere le vette più celebri della zona.
La discesa su neve trasformata è estremamente godibile e anche chi era più titubante
trova confidenza su questo fondo più prevedibile sotto i piedi.
Sostiamo ad un alpeggio per la consueta esercitazione di ricerca in valanga, ma una volta
ripresa la discesa ci accorgiamo che le difficoltà trovate in salita ad individuare un
passaggio innevato andranno affrontate anche in discesa. Arriviamo comunque con le
solette degli sci incolumi al parcheggio che in breve si trasforma in un solarium.
La consueta merenda è stata sicuramente meno abbondante, probabilmente molti
conservavano i dolciumi per il giorno seguente o, consci dell’abbondante banchetto serale,
si trattenevano per non sfigurare di fronte ai compagni.
Non dover rientrare a Torino, ma avere la prospettiva di un’altra giornata insieme ha
galvanizzato il gruppo che dopo il giusto riposo si raduna nel pomeriggio per trascorrere
più tempo possibile insieme prima di lasciarsi abbracciare dalle pesanti coperte di lana
dell’albergo in vista di un’altra sveglia all’alba.
Nicola Bottino
Domenica 17 Marzo
La speranza di molti di guadagnare qualche ora in più di sonno, data la permanenza in
valle, viene subito stroncata e si punta la sveglia all’alba, pronti per arrivare per primi alla
colazione a buffet; come bene hanno imparato i ritardatari, chi prima arriva più mangia.
Zaini pronti e pelli montate, ci mettiamo dunque in strada in direzione Testa dei Frà.
Arrivati al parcheggio però ci ritroviamo a fare un cambio di programma per evitare di
iniziare la nostra gita sci in spalla. Proseguiamo quindi pochi minuti fino a raggiungere il
paese di Planaval da cui partiamo verso il Colle Serena vista la sua esposizione a Sud
Ovest.
Il tempo non è certo bello come il giorno precedente e ci ritroviamo presto immersi in un
cielo lattiginoso. Ci dividiamo nei soliti gruppetti e si parte!
Il sentiero inizia con una strada tutta curve che però è presto interrotta da alcune
valanghette precedenti che ostruiscono il passaggio e che ci obbligano a togliere e
mettere ripetutamente gli sci formando inevitabilmente un piccolo ingorgo.
Con un po’ di pazienza però ogni gruppo trova il suo passo e si procede verso un
alpeggio. Qua ci rendiamo conto di quanta neve effettivamente ci sia ancora e possiamo
ammirare i riporti della neve sul tetto dal vento e le sue trasformazioni. Decidiamo dunque
di proseguire verso Costa di Serena e ci incamminiamo per un lungo falsopiano immersi in
un’atmosfera magica. Il bianco ci circonda e ci avvolge, tutt’intorno, qualche fiocco di neve
cade leggero e con più o meno fatica, tra una chiacchiera e l’altra arriviamo alla cima.
Sfortunatamente il tempo non ci permette di ammirare le meravigliose cime che ci
circondano ma ci rifocilliamo, chi con panini, chi con barrette e ci prepariamo alla discesa.
La bella neve primaverile ci regala una discesa all’insegna del divertimento in grado di
gasare e dare confidenza anche ai più diffidenti. Ci raduniamo dunque all’alpeggio dove
Filippo ci mostra come analizzare la stratificazione della neve. E poi giù per l’ultimo pezzo
di goduria che tra qualche salto, qualche curvetta e qualche spazzaneve ci conduce al
piazzale di partenza.
Ci salutiamo consumando le ultime provviste avanzate dal weekend in trepidante attesa
dell’ultima uscita. Questa ci ha proprio gasato!
Miriam Vercellone