Santa Caterina Valfurva, SO.
“Chi più in alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna.”
Ad inizio anno effettuando l’iscrizione al famigerato corso di sci alpinismo avanzato sicuramente
i quattro giorni consecutivi, durante il ponte del 25 aprile, hanno influenzato le nostre scelte in
modo preponderante caricandolo di grande aspettativa e curiosità.
Ed eccoci in un batter d’occhio, a fine aprile, a preparare lo zaino per quattro giorni di sci
alpinismo in Valfurva.
Dai bollettini metereologici non ci aspettano grandi giornate, per cui decidiamo di sfruttare la
finestra di sole che dovrebbe regalarci il primo giorno svegliandoci alle 3 del mattino, ormai pare
essere diventato un gioco svegliarsi sempre prima.
Così, dopo 4 ore di sonno, ci ritroviamo alle 4 del mattino al solito ritrovo in Corso Giulio Cesare,
fortunatamente gli equipaggi sono già stati fatti e in poco tempo siamo in macchina sognando
cosa ci aspetterà.
Da programma ci sarebbe una cima non troppo impegnativa lasciando tutto il materiale
necessario per le notti in rifugio in macchina, per poi riprenderlo finita la gita. Inaspettatamente,
giunti al parcheggio dei Forni, ci aspetta una giornata tanto soleggiata quanto fredda e così
sotto il consiglio di Francesco Berta e Giulia Campagnoni, con cui avremo la fortuna di
condividere la vetta, viene deciso di cambiare programma e puntare a Cima di Pejo 3549m.
Galvanizzati ed entusiasti partiamo in direzione Cima di Pejo, lungo la strada lasciamo ciò che
ci servirà per i giorni in rifugio alleggerendo i nostri zaini di parecchio e tra un’inversione, un
seracco e un canalino da risalire arriviamo alla vetta. In poco più di 7 ore facciamo da 2139m a
3549m, non male come primo giorno. La vetta e il cielo limpido ci regalano un panorama
mozzafiato, ma la farina che troviamo scendendo è un’emozione unica capace di trasformarci in
pittori che con delicatezza e felicità si divertono a pennellare curve degne di essere
fotografate.
Arrivati al Rifugio Branca ci sistemiamo nelle stanze aspettando con ansia la cena tra una birra
e quattro chiacchere. Con un po’ di incertezza, rispetto al giorno che verrà, andiamo a dormire.
La sveglia suona alle 5:30. Guardiamo fuori e il meteo sembra essere dalla nostra parte.
Colazione e si parte in direzione Palon de la Mare 3703m, il gruppo di testa deve aver fatto il
pieno di energie perché in poco meno di 3h e 30 ci ritroviamo in vetta. Il sole che ci ha
accompagnati per tutto il percorso, arrivati alla cima, però, lascia il posto a nebbia e vento che
non ci permettono di ammirare vette future. Pochi minuti per cambiarsi e spellare molto
velocemente ed eccoci a dimenticare in un batti baleno il freddo e stampare sui nostri volti e nei
nostri sguardi lo stupore e la felicità di sci alpinisti tornati bambini, grazie alla farina che troviamo
scendendo.
Al nostro arrivo al rifugio ci accoglie, quella che nei giorni diventerà la stanza degli odori o degli
orrori, la ski room dall’odore inconfondibile delle fatiche e del sudore di sci alpinisti felici.
Il pomeriggio ci regala momenti di condivisione, tra una birretta e partite di Uno-Solo che
renderanno il gruppo sempre più unito e il clima in rifugio inebriante di risate e battute.
Il Rifugio Branca non perde un colpo e ad ogni cena ci regala pietanze sempre più buone, ma
quando avremo la possibilità di assaggiare quel fantastico piatto di pizzoccheri che qualche ora
prima ci passò davanti?
Il meteo per il giorno seguente sembra peggiorare, ma ormai confidiamo nella finestra di bel
tempo che ci ha assistito. Finestra prevista tra le 10 e le 12. Sveglia alle 5:30 e alle 7 pronti a
partire, direzione Cima San Matteo. Il meteo non è dalla nostra, nella notte è sceso qualche
centimetro di neve ricoprendo la traccia di risalita ed ad ogni metro di altitudine guadagnato la
nebbia diventa sempre più fitta fin quando, dopo 500m, non riusciamo più a distinguere la neve
dal cielo. La finestra si è decisamente chiusa senza grandi velleità di cambiamento.
Ci fermiamo ed inizia un tempo di valutazione ed attesa per decidere se continuare o rientrare.
Si decide di spellare e magari provare a salire sulla Cima Branca, dove, a quanto sembra,
dovrebbe essersi aperto un piccolo spiraglio di luce. La montagna ci insegna così ad essere
umili ed avere il rispetto di lei, a non crederci capaci di essere invincibili, ma anzi ad usare il
cervello con saggezza per saperci sempre divertire in sicurezza. Non ci lasciamo abbattere,
arrivati al rifugio rimettiamo le pelli e via verso Cima Branca 3000m. Salendo, però, la voce
inizia a girare e l’ora di pranzo ad avvicinarsi. Ci meritiamo un buon piatto di pizzoccheri al
rientro. Le aspettative erano tante, ma il gusto ancor di più. Poco tempo per rilassarsi e poi tutti
fuori a vedere e provar a fare i paranchi per imparare a recupere un compagno in caso di
caduta in un crepaccio.
Si conclude così una giornata all’insegna dell’apprendimento, della valutazione e della sicurezza
aspetti che contraddistinguono, da sempre, ogni corso di sci alpinismo della Scuola del Cai
Uget.
Si sa, quando si ci diverte il tempo vola, e senza rendercene conto siamo arrivati all’ultima
giornata. Le previsioni non danno speranza e ormai la finestra di bel tempo pare,
inesorabilmente, allontanarsi, concedendoci 30min di sonno in più.
Ci prepariamo e pronti a partire con destinazione Cima San Giacomo. Nevica e la nebbia è
decisamente fitta, ma noi abbiamo Francesco Berta a farci da guida che con serenità e
tranquillità, un’inversione dopo l’altra, ci porta fino al colle sotto la vetta.
Quello che più mi colpisce è la naturalezza, la confidenza e la sicurezza che Francesco ha con
le sue montagne tanto da riconoscerne i pendii, le curve e le rocce senza veder nulla
regalandoci una discesa in neve fresca spettacolare.
Riassumendo in poche parole questi quattro giorni vorrei usare le parole del grande Walter
Bonatti “Chi più in alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna.”
Questi giorni così pieni di condivisione e bellezza ci aprono a nuovi obiettivi e vette. Le grandi
aspettative che avevamo per questo tempo sono state superate di gran lunga riconoscendo nei
compagni di cordata e nella scuola grandi amicizie e competenze.
Semplicemente Grazie a tutti!
Agnese Amoretti
Giorno 1
Giorno 2
Giorno 3+4